FATICA: s. f. [lat. *fatiga, der. di fatigare «affaticare»].
-1. Sforzo materiale che si fa per compiere un lavoro o svolgere una qualsiasi attività, e di cui si sente il peso e poi la stanchezza.
-2. Sforzo e travaglio dell’intelletto.
-3. Il lavoro stesso, l’occupazione, l’operare in concreto.
-4. Nella tecnologia meccanica, condizione nella quale vengono a trovarsi elementi strutturali, soprattutto metallici, per effetto di sollecitazioni dinamiche, variabili nel tempo più o meno rapidamente, che si succedono per un grande numero di cicli: rottura per fatica. In partic.: a. F. acustica, condizione in cui vengono a trovarsi strutture per effetto di sollecitazioni vibratorie determinate da intensi campi sonori.
Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/fatica/
(Sisifo nell'intento di trasportare il macigno, rappresentazione di una fatica che non porta a nessun risultato.)
Ma che cosa si intende con tale termine? E soprattutto, cos’è la fatica mentale? A tal proposito riporto definizione di U.Galimberti, che definisce la fatica come “uno stato di indebolimento conseguente ad uno sforzo eccessivo di natura fisica e/o psichico o ad un dispendio prolungato di energie profuso in una qualsiasi attività”.
Etimologia: ← lat. volg. *fatīga(m), deriv. di fatigāre ‘prostrare, stancare’.
Fonte:https://www.etimo.it/?term=faticare
“IL MIGLIOR RICONOSCIMENTO PER LA FATICA FATTA NON È CIÒ CHE SE NE RICAVA, MA CIÒ CHE SI DIVENTA GRAZIE A ESSA”. JOHN RUSKIN
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