domenica 31 maggio 2020

Step #19 - L'utopia della fatica

UTOPIA s. f. – 1. Formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello; il termine è talvolta assunto con valore fortemente limitativo (modello non realizzabile, astratto), altre volte invece se ne sottolinea la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva capacità di orientare forme di rinnovamento sociale (in questo senso utopia è stata contrapposta a ideologia). 2. estens. Ideale, speranza, progetto, aspirazione che non può avere attuazione.

Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/utopia/

Dopo aver illustrato brevemente il significato di utopia, voglio applicarlo al concetto di "fatica".
La perfetta utopia sarebbe proprio un mondo o meglio un'esistenza priva di qualsiasi sforzo o attività che porti dolore, sia fisico che mentale. Ipoteticamente un mondo completamente affidato alle macchine e alle nuove tecnologie, quali dovrebbero facilitarci qualsiasi azione anche le più quotidiane.
Si può ben notare l'instabilità di quest'utopia, basterebbe un semplice blackout, bug o virus per mandare in cortocircuito questi meccanismi e di conseguenza la stessa vita umana, ma cosa più importante priverebbe l'uomo della sua stessa essenza, del suo ruolo durante la vita, delle gioie provenienti dalla fatica, brevemente renderebbe tutto piatto e noioso.

sabato 30 maggio 2020

Step #18 - La "Fatica" nella filosofia contemporanea

Nella filosofia contemporanea, il concetto di "fatica" o "sforzo" (come analizzato nel seguente articolo) è implicito, infatti quivi vedremo lo "Sforzo del Concetto", lo sforzo di essere uomini razionali, per filosofi come Hegel e Kant.

È in questi termini che viene concepito nel sistema Hegeliano: il concetto non è un mattone per una costruzione architettonica intellettuale, ma, prima di tutto, qualcosa da aggredire.

Non si tratta, però, di un prendere che si prefigge come altro dall’Assoluto. É invece una presa dall’interno che agguanta sé stessa e non resiste, se non ponendosi e ri-ponendosi ad un livello superiore, continuamente, dialetticamente. L’Aufhebung, nel suo significato più radicale, prende proprio questa sfumatura del sostenere la contraddizione, supportare l’immediato-mediato e sorreggere la differenza.

Ciò che “si è presupposto troppo a lungo” trova il suo culmine nella rivoluzione attuata da Kant, principale bersaglio critico in queste pagine dell’Einleitung. Kant presuppone, cioè che il conoscere sia uno strumento quindi, usando il linguaggio di un’altra dicotomia romanica che vende in Fichte il massimo esponente, il non-io. La contraddizione appare evidente: come posso dare il concetto (lògon didònai) se io sono una cosa e il conoscere altra cosa? Come posso, poi, valutare la funzionalità del conoscere, con che metro?

Il valore fondante di questo acuto rovesciamento di prospettive permette, come si diceva su, un concetto che viene preso dall’interno dello Spirito non al suo esterno.

Quindi il compito che Hegel, sulle spalle di Aristotele, attribuisce alla filosofia -ovverosia dare il concetto- non può essere sensato se il Vero e l’Assoluto non coincidessero; la domanda sulla verità, come la domanda sull’assoluto può essere posta solo se noi entriamo nella verità, solo se frequentiamo l’Assoluto, altrimenti nessuna scienza, né filosofica né tecnica, potrebbe essere possibile. O noi ci siamo già nella Realtà, nell’Assoluto o non potremo in alcun modo comunicare, concettualizzare ma anche desiderare.

Pur essendo nella Verità ,e qui il culmine della rivoluzione hegeliana, noi non siamo la Verità ma ne siamo parte integrante nella differenza del nostro sapere. Se quindi siamo nella Verità, il nostro sapere, pur essendo anch’esso nella Verità, il più delle volte è erroneo. Hegel s’accorge che anche l’errore abita nella verità che anche l’errare fa parte di quell’intero che è Vero.

Il concetto viene depotenziato in questo sistema? Assolutamente no. È proprio il continuo divenire di se stesso che permette al concetto di non essere più «Passaggio in Altro, né Parvenza in Altro, ma Sviluppo».5

Evidentemente il concetto non si trova più ad essere quell’isola inesplorata che attraverso il metodo diairetico viene scoperta dallo strumento della conoscenza -non quindi passaggio in altro- ma puro Sviluppo e continuo porsi; non più qualcosa che possa esistere senza la fatica del Pensiero e la sopportazione della contraddizione: non un inerte stante ma un inquieto Sforzo.

Fonti:https://www.sovrapposizioni.com/blog/lo-sforzo-del-concetto

venerdì 29 maggio 2020

STEP #17 - Abecedario sulla "Fatica"

Applicazione
Bene
Compito
Dolore
Estenuante
Fatica
Gavetta
Hobby
Impegno
Lavoro
Mansione
Necessità
Opera
Pena
Quota
Responsabilità
Sforzo
Travaglio
Usura
Valore
Zelo

giovedì 28 maggio 2020

STEP #16 - Un protagonista

Il protagonista che rispecchia al meglio il concetto di "fatica" e di non arrendersi di fronte agli imprevisti è sicuramente Alex Zanardi, famoso sportivo italiano e pilota di F3 e F1, tristemente reso ancor più noto dal suo gravissimo incidente.
Non si può certo dire che fino a quel momento la carriera di Zanardi fosse stata semplice, tante le sfortune e gli imprevisti, lasciarono il pilota italiano più che demotivato. Ma nonostante le delusioni in Formula 1, Alex che tra le sue caratteristiche più incredibili può vantare una grande forza di volontà, decise di tornare in America nel 2000 e tornare alla Formula Cart.

Non sapeva però che quella scelta avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Fu infatti durante una gara in Germania, precisamente sul tracciato di Lausitzring, un circuito lungo 2 miglia dove è facile raggiungere oltre i 370 km/h che a pochi giri dal termine, il 15 settembre 2001, ebbe luogo il terribile incidente che lo vide protagonista.
Subito dopo essere tornato in pista successivamente al controllo dei box, data la sua impulsività sporcò la visiera con del carburante e istintivamente tentò di pulirla, fu proprio in quel momento che perse il controllo della vettura dopo un testa a coda impattò contro il veicolo del pilota italo-canadese Tagliani.
L’impatto fu devastante, l’auto di Zanardi venne colpita tale che l'altra auto tagliò di netto la sua Honda all’altezza delle gambe.

Tutto questo non impedì a un personaggio carismatico come lui di smettere di competere e fare quello che più ama, cioè gareggiare. Anni dopo, partecipa alle Paralimpiadi vincendo anche una medaglia d'oro.
In conclusione, citando lo stesso Alex "Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa".

mercoledì 27 maggio 2020

STEP #15 - Limiti della "Fatica"

Un nuovo studio suggerisce che non importa quale sia l’attività, tutti raggiungiamo il solito limite metabolico, ovvero il massimo sforzo possibile che il nostro corpo possa sostenere nel lungo termine.

Quando si tratta di attività fisiche che durano giorni, settimane e mesi, i ricercatori hanno scoperto che gli esseri umani possono bruciare calorie al massimo 2,5 volte il loro tasso metabolico a riposo: nemmeno il più performante dei maratoneti riesce ad abbattere questo limite.
Oltre questa soglia, il corpo comincia a erodere i propri tessuti per compensare il deficit calorico, probabilmente a causa dei limiti fisici del tratto digestivo nell’attività di scomposizione del cibo.

L’esperimento è stato effettuato misurando le calorie bruciate da un gruppo di atleti che correvano l’incredibile serie di sei maratone alla settimana, per cinque mesi: tutte le volte che i dati venivano rapportati al tempo, veniva osservata una curva ad L.

L’esperimento è stato effettuato misurando le calorie bruciate da un gruppo di atleti che correvano l’incredibile serie di sei maratone alla settimana, per cinque mesi.
Il consumo energetico degli atleti iniziava relativamente alto, ma inevitabilmente raggiungeva e si stabilizzava ad un valore di 2.5 volte il tasso metabolico dell’individuo.

Herman Pontzer, coautore dello studio e professore associato di antropologia evoluzionistica della Duke University, commenta così la scoperta:

Per quello che ne sappiamo nessuno può spingersi oltre questo limite, che rappresenta una sfida per l’élite degli atleti di endurance.

Questo però, continua il professore, non esclude che in futuro questo limite possa essere abbattuto:

Forse qualcuno oltrepasserà il limite un giorno e ci mostrerà in cosa ci siamo sbagliati: la scienza funziona quando qualcuno dimostra che hai torto.

Fonte: https://leganerd.com/2019/06/07/infrangere-i-limiti-della-fatica-il-limite-metabolico-sembra-una-barriera-invalicabile/

martedì 26 maggio 2020

STEP #14 - Un fatto di cronaca

"Addio al tipografo che aveva imparato dalla fatica del podismo a superare le difficoltà nella vita" così riposta La Stampa il 26 aprile 2020 riguardo la scomparsa di Maurizio Albiero.

Riporto qui parte dell'articolo:
Maurizio Albiero, 71 anni, è morto ieri (25 aprile) all’Istituto climatico di Robilante, casa di cura dov’era stato ricoverato nell’ultimo periodo in cui aveva dovuto combattere contro un tumore. Abitava a Fossano, dove la notizia si è subito diffusa, soprattutto tra gli amanti dello sport.
Si era trasferito in città nel 1987, arrivando da Torino e, un anno dopo, si era tesserato per l’Atletica Fossano 75.

«Un esempio per tutti – dice Paolo Braccini, presidente della società sportiva -. Da qualche tempo non lo vedevo, ma era un amico vero, che mi aveva anche sostenuto e spronato quando, dopo un incidente, avevo impiegato parecchio tempo a riprendermi».
Albiero lavorava in una tipografia a Savigliano, ma il podismo era la sua grande passione e la fatica della corsa lo aveva reso uomo concreto, capace di affrontare i problemi con serenità.

E da quest'ultima frase dalla quale dobbiamo imparare, i problemi non sono sempre facili da affrontare, ma ciò non vuol dire che sono impossibili, ne è la prova vivente Maurizio.

STEP #13 - La "Fatica" nell'ingegneria

Il concetto di "fatica" in termini dell'ingegneria assume un signficato pressochè diverso dall'utilizzo comune che ne facciamo. Ma qual è il significato che assume allora?

La fatica non è altro che un fenomeno meccanico di progressiva degradazione di un materiale sottoposto a carichi variabili nel tempo (in maniera regolare o casuale) che può portare alla sua rottura , anche se sia rimasto nel suo limite d'elasticità, cioè nonostante durante la vita utile del materiale l'intensità massima dei carichi in questione si sia mantenuta ad un valore sensibilmente inferiore alla tensione di rottura o di snervamento statico del materiale stesso.

Storicamente scoperta e studiata come fenomeno prettamente metallurgico (quindi nell'ambito dei materiali metallici), in seguito il termine "fatica" è stato usato anche per le altre classi di materiali, come i materiali polimerici o i materiali ceramici.

Bibliografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fatica_(scienza_dei_materiali)

I primi studi intorno alla fatica vennero compiuti alla fine del secolo XIX, in seguito a una serie di rotture "inspiegabili" di assi ferroviari progettati per resistere a carichi ben superiori a quelli cui invece avveniva la loro rottura improvvisa in esercizio. August Wöhler intuì che il fenomeno era dovuto alla natura ciclica del carico cui l'assale era sottoposto e tentò di ricostruire lo stato di sollecitazione in laboratorio, mettendo in relazione l'ampiezza massima del ciclo di sollecitazione con il numero di cicli che il pezzo sopportava prima della rottura: ne ricavò una serie di curve su base statistica che sono chiamate "diagrammi di Wöhler" e costituiscono lo strumento base per la progettazione di componenti meccanici sollecitati a fatica.









Da questi diagrammi si evidenzia per alcuni materiali l'esistenza di un limite inferiore di sforzo massimo al di sotto del quale il materiale non si rompe per effetto di fatica nemmeno per un numero "molto alto" di cicli. Questo valore dello sforzo è detto limite di fatica del materiale. Nella pratica ingegneristica, il limite di fatica viene determinato per un numero ben preciso di cicli, che anche se non è infinito, corrisponde ad un numero particolare elevato. Ad esempio nel caso di leghe di rame il limite di fatica si riferisce a 100 milioni di cicli.


STEP #24 - Sintesi finale

Durante questo percorso, attraverso il mio blog, ho analizzato e espresso opinioni riguardo il concetto di “Fatica” (dal latino fatiga )...